Fotografia e Jazz sono per Giulio un mondo relativamente recente. Si avvicina ad essa, infatti, solo da cinque anni, poco rispetto alla fotografia paesaggistica e di ritratto alla quale rimane comunque legato.
Proprio dalla ritrattistica riprende l’idea di rendere le sue fotografie di concerti più vicine ad una realtà intimista anziché una mera descrizione dell’evento; cogliere un momento ed estrapolarlo dal contesto anziché collocarlo all’interno della manifestazione che sta documentando è la cosa che preferisce.
Non ama scattare troppo per poi scegliere lo scatto finale avvalendosi delle tecnologie attuale, piuttosto si dedica ad aspettare che si manifesti il momento pre visualizzato.
Predilige il bianco e nero perché questo lascia molto più spazio al pensare che una immagine a colori già pronta nella sua naturalezza.