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Era l’agosto del 2018 quando per il Roma Jazz Festival fotografai i SONS OF KEMET al Parterre della Farnesina. In una serata calda umida, tormentati da nugoli di zanzare, io e meno di cento spettatori, venimmo investiti dalla potenza sonora ipnotica del quartetto. Una mescolanza di ritmi afro americani e caraibici fusi magistralmente con il free jazz a tal punto che per la prima volta vidi il pubblico ballare a un concerto jazz, reminescenza delle origini di questo genere musicale.
Oltre che massacrato dalle zanzare, da quella sera ne uscii con la netta sensazione di aver ascoltato un gruppo che sarebbe andato lontano, e con una sessione fotografica di forte impatto sopratutto per la grande presenza scenica del leader Shabaka Hutchings e di Theon Cross con lo scintillante bassotuba. Difatti gli scatti di quel concerto ebbero una certa fortuna con uno foto pubblicata su Il Manifesto e un’altra che mi portò alla selezione finale del Jazz World Photo dell’anno successivo.
Solo quattro anni sono trascorsi da quel concerto, e nel frattempo si sono moltiplicati i fan della band, a tal punto che il 25 luglio scorso, i SONS OF KEMET si sono esibiti alla Casa del Jazz con una platea sold out di circa mille spettatori plaudenti e danzanti. Rispetto alla formazione del 2018 non c’è Tom Skinner a una delle due batterie, sostituito dal drumming energico di Jas Kayser, ma restano la potenza e il convolgimento di un progetto assolutamente orginale che, putroppo, almeno secondo i componenti della band, è arrivato alla fine della sua brevissima storia, essendo questo il tour che segna lo scioglimento del gruppo.
SONS OF KEMET – Casa del Jazz – 25 luglio 2022
SHABAKA HUTCHINGS sax e clarinetti
THEON CROSS basso tuba
JAS KAYSER batteria
EDWARD WAKILI-HICK batteria
Fotografie di Adriano Bellucci
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